Punta Campanella è l’estrema punta della penisola sorrentina. Davanti c’è solo il mare e l’isola di Capri. Un luogo di confine tra terra e mare che fin dall’antichità è stato ricoperto da un’aura sacra. Da queste parti Ulisse incontrò le sirene e fece erigere un tempio alla dea Minerva che aveva protetto il suo viaggio.
Come arrivare a Punta Campanella
Il sentiero per Punta Campanella, parte da Termini, l’ultima località abitata verso occidente della penisola Sorrentina. Potete raggiungere Termini anche in autobus, prendendo uno degli autobus per Sant'Agata sui Due Golfi che partono da Sorrento (vedi orari). Dalla piazzetta del paese, affacciata su Capri, troverete tutte le indicazioni per raggiungere l’inizio del sentiero.
- Info Utili
- Località di partenza: Termini (frazione di Massa Lubrense).
- Località di arrivo: Termini.
- Tempo di percorrenza: 2 ore (andata e ritorno).
- Chilometri: 4 km.
- Grado di difficoltà: lieve.
Il Sentiero di Punta Campanella
Il sentiero che porta alla punta è semplice e pianeggiante, si costeggiano piccoli orti, uliveti e il mare senza dover affrontare grossi dislivelli.
Se volete cimentarvi con qualcosa di più impegnativo, quando arriverete al bivio potete seguire le indicazioni che portano alla cima del ‘’‘Monte San Costanzo’’’, dove ci sono i resti di un antico eremo, altrimenti potete proseguire la vostra passeggiata fino al pianoro di Punta Campanella dove ci sono i resti di una ‘’‘torre saracena’’’ costruita nel 1300 dove un tempo c’era il santuario alla dea Atena.
La variante per Monte San Costanzo
Se volete raggiungere la cima del monte seguite i segnali dipinti sulla roccia in bianco e rosso (sentiero 00, alta via dei Monti Lattari) fino ad arrivare a 485 metri sul livello del mare. Dai resti dell’eremo la vista abbraccia tutta la penisola con la catena dei Monti Lattari. Da qui potrete scendere di nuovo a Termini attraverso un'antica mulattiera.
Storia e leggenda
Il culto alla dea Atena e in seguito alla dea Minerva è storicamente attestato in tutta l’area, leggenda vuole che il tempio fu fatto erigere sulla punta estrema della costa da Ulisse, per ringraziare la dea che aveva protetto il suo viaggio e lo aveva salvato dalle Sirene (incontrate sulle isole dei Galli, proprio di fronte il promontorio). Lungo il costone roccioso, al livello del mare, è stata ritrovata una scritta in osco (un’antica lingua italica risalente a prima dei romani) che indicava alle navi il punto in cui approdare per offrire libagioni alla dea.
Nel 1300 fu costruita una delle torri saracene utilizzate per avvistare le navi dei pirati: secondo la leggenda proprio una nave dei pirati saraceni fece cadere in mare la campana che era stata trafugata alla basilica di Sant’Antonino a Sorrento. Da allora si racconta che ogni 14 febbraio (festa del santo patrono di Sorrento) la campana ritorni a suonare sul fondo del mare. Ed ecco il perché del nome “Punta Campanella”.